Necessità di cambio culturale e progettuale per un mondo uguale per tutti
Ad oggi in Italia le persone che riscontrano difficoltà di mobilità e accesso ai luoghi ed infrastrutture sono un numero stimato di quasi 10 milioni e purtroppo ragionare in termini di accessibilità ai luoghi è ancora una cosa molto rara soprattutto nel nostro paese. L’obbiettivo principale è quello di individuare la presenza di barriere architettoniche e quegli elementi, invece, che possono facilitare l’accesso alle strutture e alla mobilità urbana nei luoghi pubblici. Creare cosi una città su misura per ogni tipo di persona.
Come prima cosa bisogna essere in grado di far comprendere che il mondo non è solamente costituito da persone “normali” ma è anche formato da persone portatrici di “handicap”. È molto importante prendere in considerazione le diverse forme di disabilità. I cosiddetti “disabili” non sono solo persone su sedia a rotelle come molte persone pensano inconsciamente, ma sono anche tutte quelle persone che hanno ottime capacità motorie ma con qualche altro handicap come l’assenza dell’udito, della vista, dell’apprendimento etc.
Non è solo quindi un problema di gradini o spazi di accessibilità stretti ma anche ad esempio di superamento delle distanze a piedi molto lunghe per persone con ridotta autonomia, o comunque con difficoltà di deambulazione, problemi visivi etc. Basti pensare anche ad una scala. Essa non costituisce un intralcio per le sole persone con disabilità o comunque con difficoltà motorie di ogni genere, ma anche a persone con capacità di movimento e sensoriali complete. Chi non hai mai perso l’equilibrio inciampando e magari anche cadendo da una scala?
Un altro esempio che può essere considerato “disabilità” è l’obesità. Infatti in una città e nei suoi spazi una persona obesa può trovare difficoltà nel spostarsi e nel poter utilizzare i servizi forniti da quest’ultima. Bisogna sempre più progettare eliminando questi tipi di ostacoli.
In Europa si stima che le persone con ridotta mobilità siano oltre il 20% della popolazione totale. Proprio per questo motivo bisogna pensare a nuove soluzioni degli spazi di nuova costruzione, degli spazi già costruiti ed i relativi aspetti di gestione che tengano in considerazione appunto di una utenza ampliata. Non si fa riferimento esclusivamente all’abbattimento delle barriere architettoniche ma anche ad una qualità del “comfort abitativo” e “comfort ambientale” portando di conseguenza un aumento della “qualità della vita”. Questi temi non interessano esclusivamente persone con disabilità ma prima o poi interesseranno tutti a causa dell’invecchiamento con le conseguenti esigenze di ciascuno che diventeranno sempre meno autonome.
Una città contenente ostacoli di vario genere, può essere considerata discutibile dal punto di vista sociale e umano. Questo “problema” è risolvibile esclusivamente trattando tale argomento con costanza e con la condizione di raggiungere l’obbiettivo nel rendere più facile la vita di tutte le categorie svantaggiate. Questa intenzione, partendo dal lavoro quotidiano, deve essere assimilata da ciascuno di noi ma in particolar modo dai noi tecnici e professionisti.
SA+